provenza

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lunedì 24 febbraio 2014

La pianura ha un fascino discreto. Lo trovo lontano dagli scempi del progresso industriale; lì riesco a rivivere le atmosfere agresti così lontane dalla mia quotidianità, ma che nel mio inconscio si agitano spesso irrinunciabili.
Mi basta lasciare una di quelle strade secondarie che corrono tortuose tra i campi - apparenti incongruenze in un territorio piatto -  e imboccare lo sterrato che da qualche parte comunque mi condurrà.
Mi piacciono tantissimo i filari di alberi, piantati chissà quando e cresciuti come isole tra i campi.
Ne osservo le prospettive da tante angolazioni diverse: il fusto degli alberi è cresciuto ribellandosi alla geometria imposta, flettendosi prima a sinistra e poi a destra, sinuoso.
Tutt'intorno è il silenzio; il rumore del traffico non esiste, puoi udire solo lo sbattere delle ali di grossi uccelli, lo scorrere dell'acqua nelle rogge.
Mi siedo sul ciglio del fosso e lascio passare il tempo; sono arrivato senza fretta e ripartirò solo dopo aver fatto un pieno di colori, di azzurri, di verdi e di marroni in tutte le loro tonalità.
Ma anche di rosso e di bianco, i colori del "cavallo" che mi ha portato fin qui e che si fonde perfettamente col paesaggio che mi circonda.
Quando è il momento compio il rito finale, sempre uguale: indosso il casco, infilo i guanti, giro la chiave, premo lo starter, inforco la sella, abbasso gli occhiali, tiro la leva della frizione, innesto la prima e con un filo di gas riparto nella direzione opposta a quella da cui sono arrivato.
Fino al prossimo angolo incantato che troverò sulla mia strada...


martedì 18 febbraio 2014

Quando cala la sera ti ritrovi con tanti amici a ripercorrere con le parole le curve che hai disegnato sulle strade dell'Appennino, a ricordare gli aneddoti del passato, a fare i programmi per il futuro. Il vino scioglie la stanchezza.
La giornata è stata lunga.
Sei partito presto con il fresco umido della pianura che ti ha accompagnato per i primi chilometri della giornata.
Ogni tanto il gruppo aumenta: sei solo fino alla prima area di servizio. Lì incontri qualcun'altro e riparti dopo il caffè e la sigaretta. All'uscita dell'autostrada trovi qualcun'altro ed il rombo dei motori si fa ancora più forte.
Iniziano le curve, prima dolci, poi sempre più decise. Scegli il percorso più lungo, più contorto: non è importante arrivare presto ma fare tanta strada. Uno dietro l'altro, come un serpente multicolore.
Piega dopo piega ti avvicini al luogo del raduno, dove ti aspettano gli altri amici provenienti da altre strade ed altri luoghi, da altre vite, tutte però legate ad un unica passione.
Attraversi i paesi e tutti gli sguardi sono su di te, anche quelli degli autovelox...
Ogni tanto fai una sosta; con la sigaretta tra le labbra esterni ammirazione per la guida e per la moto dell'amico che ti ha staccato sempre più lungo la strada.
E alla fine arrivi. Abbracci chi non vedi da tanto tempo, ma anche chi hai visto pochi giorni prima; risate, entusiasmo, adrenalina in eccesso da consumare prima della notte.
Ceni apprezzando i veri sapori della nostra cultura, bevi, tanto.
Aumenta il volume delle voci e delle risate, quasi a voler competere con l'intensità della musica dei motori.
E dopo ti addormenti, vicino al casuale compagno di stanza, sperando nel dormiveglia che non russi. O in una tenda piazzata in mezzo al prato o appoggiato al muro di pietra del casale, sentendo il profumo dei motori che riposano a pochi metri da te.
E tutti aspettano il nuovo sole, per riaccendere la loro moto, salutarsi e ripartire, di nuovo solitari cavalieri.






giovedì 6 febbraio 2014


Viaggiare: spostarsi da un luogo ad un altro lungo un percorso.

Ma anche compiere voli con l'immaginazione.....

Cavalcare il mio 916 giallo faceva prevalere in assoluto il secondo concetto, quello astratto.
non appena il bicilindrico prendeva vita mi calavo in uno stato onirico, accompagnato da suoni e vibrazioni.


Il viaggio non era più solo esteriore. lo scorrere tra le curve dell'appennino o tra i cordoli di un circuito si mischiava indissolubilmente con il percorso interiore, privo di inizio e di fine come il cerchio infinito , e fatto di esaltazione, di rispetto, di emulazione, di estetica e di equilibri dinamici estremi.